La protesi d’anca su frattura

L’articolazione dell’anca, posta alla radice della coscia, è l’unione del bacino con l’arto inferiore.  E’ composta dall’incontro di una sfera (testa del femore) con una coppa ossea (acetabolo). Le fratture del femore prossimale, cioè della componente femorale dell’anca, sono molto frequenti, maggiormente nella terza età, ma si presentano anche in giovani e adulti. Le fratture del femore negli anziani rappresentano una “epidemia” degli anni duemila e, nei pazienti più fragili, possono portare a perdita di autonomia, allettamento e conseguenti gravi complicanze.

Quando localizzate al collo o alla testa femorali richiedono in molti casi un trattamento di sostituzione dell’articolazione originaria con una artificiale, cioè con una protesi d’anca.

Più rare sono le fratture della coppa acetabolare, abitualmente trattate chirurgicamente con placche e viti, anche se in alcuni casi risultano non ricostruibili e possono essere trattate direttamente con una protesi d’anca, intervento che in questo caso risulta essere di maggior complessità e solo per chirurghi esperti.

Cosa sono le fratture del femore prossimale

Le fratture del femore prossimale si dividono in due gruppi principali:

  • le fratture mediali, che interessano collo e testa femorali, abitualmente trattate con una protesi, fatta eccezione per quelle composte o ingranate, cioè senza spostamento
  • le fratture laterali, abitualmente trattate con osteosintesi (placche, viti, chiodi).

Fratture del femore mediali scomposte

Le fratture scomposte mediali hanno alcuni aspetti sfavorevoli:

  • sono difficili da riallineare
  • subiscono un danno ad arterie e vene che attraversano il collo e nutrono la testa del femore, generando una complicanza che si chiama necrosi della testa
  • hanno difficoltà a consolidare.

Per questi motivi le fratture mediali con spostamento dei monconi ossei vengono trattate con una protesi d’anca, cioè sostituendo il “pezzo” danneggiato.

Come si trattano le fratture del femore prossimale

La scelta della protesi, parziale o totale, dipenderà dall’età e dalla richiesta funzionale del paziente:

  • sola sostituzione della testa femorale (protesi parziale d’anca o endoprotesi) nei pazienti più anziani e a più bassa richiesta motoria
  • sostituzione di entrambi i versanti (protesi totale d’anca o artroprotesi) nei pazienti più giovani e attivi.

Protesi parziale d’anca o endoprotesi

Il primo tipo di intervento, più rapido e meno pesante per il paziente, sarà sicuramente in grado di soddisfare le esigenze di un anziano, soprattutto se fragile per malattie concomitanti.

Protesi totale d’anca o artroprotesi

Nei pazienti più attivi, la protesi totale d’anca avrà le stesse caratteristiche descritte per l’artrosi, come intervento e come materiali, fornendo garanzie di maggior durata negli anni. Ancora una volta, la precocità di intervento e l’esperienza del chirurgo saranno elementi che potranno condizionarne il risultato.

Protesi su fratture complesse

Esistono, infine, casi di fratture dell’anca più complicati, come gli sfondamenti dell’acetabolo e le fratture su articolazioni d’anca già ammalate, che richiedono interventi più complessi.

Fratture laterali del femore prossimale

Le fratture laterali, pongono minori difficoltà di consolidazione e hanno basso rischio di necrosi, vengono abitualmente trattate conservando l’articolazione, fissando i frammenti ossei con una chirurgia minivasiva, in grado di stabilizzare anche fratture complesse, consentendo di evitare immobilizzazioni gessate e favorendo una più rapida ripresa funzionale.

In tutti casi il risultato finale sarà poi favorito da un indispensabile, precoce e adeguato percorso riabilitativo.

Lascia un commento